lunedì 21 dicembre 2009

Ometepe, la più grande isola lacustre dell'America latina

E' l'isola lacustre più grande dell'America latina e si trova nel lago Nicaragua, detto anche Cocibolca. Si chiama Ometepe, nome che nella vecchia lingua nahuatl, la lingua azteca indigena del Messico, significa "due montagne". Nome che deriva dalle due montagne costituite dai due vulcani che si trovano alle due estremità dell'isola, il Concepcion e il Maderas. In tutto l'isola, che ha la forma di un 8, è lunga circa 30 km e larga 20, e ospita una popolazione di circa 35.000 abitanti, che vive di agricoltura e di allevamento, seguendo i ritmi lenti della natura. Diverse sono le bellezze naturali da visitare in questo piccolo gioiello del Nicaragua. A partire dal cratere del vulcano Maderas, dove si trova una piccola e graziosa laguna, la Laguna di Maderas. Bella, anche se magari un poco faticosa, la passeggiata che dalla base dei suoi pendii porta in cima al vulcano, attraverso una riserva naturale ricoperta prevalentemente di foresta. Altra bellezza naturale da vedere è l'Ojo de agua, una sorgente naturale vicino alle cascate di San Ramon, dove si può fare anche il bagno. Altra zona molto bella è il Charco Verde, una foresta abitata da scimmie e percorribile su sentieri ben segnati che portano a una bella spiaggia abbastanza selvaggia. Sull'isola di Ometepe vi sono anche i resti della presenza umana più antica di quest'isola, che pare sia stata abitata fin dal 2000-1500 a.C. da popolazioni che si dirigevano in Messico dal Sud America. Nel parco della chiesa della città di Altagracia si possono vedere delle ceramiche e delle sculture scolpite nella roccia basaltica, conservate in parte anche nel museo nazionale di Managua, la capitale del Nicaragua. Nell'isola ci si può imbattere anche in incisioni sulla roccia datate attorno al 300 a.C. Per chi volesse visitare l'isola di Ometepe, è possibile arrivare con la barca in una delle due città principali dell'isola, Moyogalpa e Altagracia, da una delle seguenti città della terraferma del Nicaragua: Granada, San Carlos e San Jorge. Qui è possibile vedere alcune immagini di Ometepe, mentre qui si possono vedere dei video girati lì. Su questo sito si possono raccogliere altre informazioni utili per visitare l'isola.

lunedì 14 dicembre 2009

I piatti tipici della cucina nepalese

Le ricette della cucina nepalese sono basate su una tradizione culinaria millenaria, che varia da etnia e etnia. Una caratteristica che accomuna molte di queste ricette è un uso abbondante di spezie, che contribuiscono a dare ai vari piatti innumerevoli gradazioni di sapore e di colore. Una componente fondamentale della cucina nepalese è il masala, una salsa che contiene pepe, cumino, peperoncino, cardamomo e mango essicato. Si consuma molta carne di bufalo, di agnello e di alcuni volatili di cortile, anche se vi sono nepalesi che, date le proprie credenze Indù, sono vegetariani e quindi non mangiano carne. Tra i piatti più comuni ci sono il dal bhat (riso con lenticchie), che si mangia spesso con le verdure a vapore, chiamate tarkari, mescolate con curry, i chatamari, simili alla pizza, il choyla, carne piccante cotta e mangiata come antipasto con del liquore, il gundruk, foglie verdi, secche e fermentate di verdure, il kwati, una minestra con molti fagioli, il riso battuto di samay baji, con carne arrostita o pesci affumicati, il methi bhat, riso speziato, il sabzi biryani, riso basmati con verdure e spezie, il sekuwa, carne cotta di montone, anatra, pollo o cinghiale, il chicken himali, pollo con salsa, il chicken chili, il sel, snack fatto di farina di riso, il sukuti, carne secca piccante, la patata di alu tama, fatta con i germogli di bambù, il takhala, una minestra di carne servita fredda, i momo, palline di pasta bollita accompagnate da carne e verdure, il masu, carne con spezie e sugo, le polpette di patate e formaggio in salsa delicata, i peperoni in salsa di formaggio, e il tanddori mix, un misto di carne cotta in forno tandoor, che è un forno tipico nepalese utilizzato per preparare il pane e per cuocere le carni quando si vuole avere una cottura saporita ma priva di grasso e unto. La bevanda nazionale è il tè. Il più usato è quello nazionale, molto fermentato e seccato in piccoli grani. Si beve anche latte, usato anche per produre lo yogurt e una bevanda tipica chiamata lassi, fatta di yogurt e acqua. In molti bevono tè e latte insieme zuccherati. Particolare in Nepal anche la birra, fatta da riso e orzo.

lunedì 7 dicembre 2009

Nauru, la più piccola repubblica al mondo

E' la più piccola repubblica al mondo, ossia il più piccolo stato che abbia un'istituzione repubblicana. E' l'isola di Nauru, 21 km quadrati di superficie e una popolazione che supera di poco le 10.000 unità. Una popolazione composta per circa il 60% da popolazione autoctona, che ha caratteri tipici dell'etnie polinesiane e malenasiane, e per circa il 40% da stranieri che si sono insediati qui. Un tempo Nauru, che si trova ad appena 41 km a sud dell'equatore, era uno dei posti più ricchi del Pacifico, grazie ai ricchi giacimenti di fosfato che possedeva. Ma adesso che gran parte del fosfato è stato estratto e usato, Nauru è diventata uno dei paesi più poveri di questa parte del mondo. Immagine simbolica di questo declino sono i crateri profondi scavati per le estrazioni che si trovano nell'altopiano centrale dell'isola, chiamato Topside, una zona calda e polverosa con gruppi di cani randagi che gironzolano senza meta. Questa terra desolante con roccia dura, terra bianca e strane guglie di corallo è quello che rimane della ricchezza che il terreno di quest'isola ha donato per decenni ed è il segno dello sfruttamente selvaggio che è avvenuto. Un segno del declino, non solo economico, di Nauru, può essere considerato anche il campo australiano costruito per detenere gli immigrati che hanno cercato di raggiungere clandestinamente l'Australia, campo che è stato più volte denunciato per le condizioni disumane cui sarebbero costrette le persone che sono state lì rinchiuse. I resti della seconda guerra mondiale che si trovano nella capitale Yaren e lungo la scogliera che circonda l'isola ricordano poi come un monito la presenza delle potenze straniere, che hanno contribuito, con la complicità dei governi locali, a saccheggiare le ricchezze dell'isola. Un elemento che invece può segnare il riscatto di Nauru sono le sue spiagge, come quella di Anibare Bay, caratterizzate da belle barriere coralline e da una fauna marina ricca e varia. Proprio la rivalutazione di queste bellezze naturali e del turismo ad esse legato, può determinare un piccolo riscatto dell'isola e dei suoi abitanti. Per conoscere meglio Nauru, questi sono alcuni video girati lì, tra cui si consiglia questo documentario, in inglese, che racconta la storia dell'isola, queste sono alcune immagini, mentre questo è un sito, in inglese, dove raccogliere informazioni per visitare l'isola.