martedì 28 aprile 2009

Intorno all'isola di Savo non più navi da guerra, ma delfini

E' una delle 990 isole che formano l'arcipelago delle Salomone, situate nel Pacifico del Sud ad est di Papua Nuova Guinea. Si chiama Savo, è una piccola isola di origine vulcanica e la sua storia è abbastanza curiosa. Infatti proprio nei mari di questa'isola, quasi 60 anni fa, e più precisamente nel 1942, ebbero luogo ben 5 battaglie, degli scontri navali molto intensi tra la flotta imperiale giapponese e le forze navali degli Alleati. Furono alcune delle battaglie che costituirono la grande Battaglia di Guadalcanal, all'interno dei conflitti della seconda guerra mondiale. Ma oggi a Savo non si va più per combattere, fortunatamente, ma per guardare i delfini. Si, questi animali, che comunicano pace, grazia e gioia, hanno sostituito le navi da guerra nei mari dell'isola di Savo. Se si gira in barca intorno alle coste dell'isola, non sarà molto difficile scorgere la presenza dei delfini, numerosi del resto anche in altre zone delle acque delle Isole Salomone. A Savo però essi, almeno cosi si dice, amano fermarsi per riposare durante la notte, dopo essersi notevolmente avvicinati alla costa. E al mattino, guardando dalla spiaggia verso il mare, è possibile scorgere i delfini che eseguono le loro acrobazie fuori dall'acqua prima di dirigersi verso il largo, laddove i fondali sono più bassi.

lunedì 20 aprile 2009

Mejit, meta curiosa delle Isole Marshall

Ci sono diversi aspetti che fanno dell'isola di Mejit una delle destinazioni più particolari delle Isole Marshall. Innanzitutto per la presenza numerosissima di piante di pandano, con le cui foglie le donne del posto confezionano delle stuoie molto rinomate da queste parti. In secondo luogo per il suo lago d'acqua dolce, una rarità assoluta per l'arcipelago delle Marshall, dove è possibile immergersi per un bagno rilassante e privo di rischi. Rischi che invece ci possono essere se si decide di andare a pescare intorno all'isola nella stagione dei venti forti, e cioé a Novembre e Dicembre. In terzo luogo pare che la piccola isola di Mejit abbia un sistema scolastico molto efficiente e che la maggior parte dei suoi abitanti parli un inglese fluente. Tanta roba per una piccola isoletta lunga poco più di 3 km, larga in media 1 km, e con un numero di abitanti inferiore a 500. E non è tutto qui, se si pensa alle barriere coralline che circondano l'isoletta, alle distese di taro, alla folta presenza di palme da cocco e di alberi di pane. Infine ci sono diverse spiagge dove rilassarsi e da cui fare un tuffo per una bella nuotata o per fare un po' di snorkelling. Tra l'altro in tutta sicurezza, dato che Mejit giace su una porzione di mare in cui sembra non ci siano pesci velenosi, a differenza di tante altre isole dell'arcipelago delle Marshall.

lunedì 6 aprile 2009

Suður-Múlasýsla, il distretto islandese delle 3 monete romane

All'inizio del secolo scorso nel distretto di Suður-Múlasýsla, nel sud-est dell'Islanda, furono ritrovate 3 monete romane, 3 antoniniani di rame, e da allora si è cercato di capire come queste monete possano essere arrivate fin lì, dal momento che i romani non arrivarono a colonizzare con il loro impero anche l'Islanda, e dal momento che i primi insediamenti nell'isola si dice che siano avvenuti nel X secolo d.C. ad opera dei monaci irlandesi. Molti studiosi sostengono che queste 3 monete siano arrivate qui fin dai tempi dei romani, magari a seguito di una tempesta che abbia fatto arrivare fin qui una o più navi romane con a bordo queste monete. Infatti i romani allora solcavano i mari intorno alle isole britanniche, e può essere successo che senza volerlo e a causa di un evento naturale, qualche nave sia giunta fino alle coste islandesi. Altri studiosi sostengono che queste monete siano state portate qui da coloro che hanno abitato l'Islanda nei secoli successivi. Alcuni dicono gli irlandesi, altri i norvegesi, ma questa tesi sembra cozzare contro l'esiguo numero di monete ritrovate e contro le tesi storiche sulla scarsa attenzione nei confronti degli oggetti antichi da parte dei norvegesi. Rimane comunque il fascino di un segno molto discreto e molto piccolo di una presenza antica avvolta da mistero, che suscita interesse per una piccola contea islandese e che collega due mondi, quello dell'isola islandese e quello dell'impero romano, che sembravano essere stati lontani e separati nel corso della storia.