lunedì 29 novembre 2010

La Necropoli di Santa Rosa, le tombe degli umili nella terra dei cardinali

Nella terra dei papi, dei vescovi e dei cardinali, c'è un posto, tolto dalle viscere della terra qualche anno fa, popolato, un tempo, da schiavi e liberti, anche se non più vivi. E' la Necropoli di Santa Rosa, che giace all'interno della Città del Vaticano, lungo la via Triumphalis, e in cui si possono trovare i resti di una quarantina di edifici sepolcrali e centinaia di cippi, altari, steli e lastre risalenti all'epoca romana, tra gli anni appena precedenti l'anno 0, e il IV sec. d.C; sono più di 200 resti in circa 500 metri quadrati. La particolarità è che i resti ritrovati in questa necropoli appartengono a costruzioni sepolcrali dedicate prevalentemente a persone della classe basse o bassissima della società romana dell'epoca. Sulle pietre che si trovano in corrispondenza delle sepolture si possono infatti leggere talvolta i mestieri o il luogo di orgine delle persone sepolte, e da lì si capisce la tipologia di persone che venivano sepolte qui; e allora si può leggere di schiavi e liberti, di postini, di uno che faceva l'"incitatore" di cavalli nelle gare del circo, di uno scultore, di un addetto alla scena del Teatro di Pompeo, e di altri mestieri dell'epoca. In alcuni edifici sepolcrali si sono anche conservate parti di affreschi e stucchi di decorazione alle pareti, e pezzi di mosaico sui pavimenti. Su questo sito è possibile vedere delle immagini dell Necropoli e leggere particolari interessanti su di essa.

lunedì 22 novembre 2010

Vanuatu, il paese della diversità linguistica

Vanuatu è un paese situato nell'Oceano pacifico meridionale, a quasi 1.800 km ad est dell'Australia. Questo stato, composto da 83 isole, è abitato da più di 200.000 abitanti, e una delle sue particolarità è che sulle sue isole si parlano più di 100 lingue diverse: bislama, inglese, francese e più di 100 dialetti indigeni; si può dire che ogni 2.000 abitanti si parla una lingua diversa; una densità linguistica per persona che pone Vanuatu tra i paesi più ricchi per diversità linguistica, se non il paese più ricco. La lingua più diffusa di quelle parlate a Vanuatu è sicuramente il bislama, una lingua nata, sembra, nella seconda parte del XIX secolo, dalla fusione di inglese, francese, e dialetti che parlavano gli abitanti di Vanuatu portati a lavorare nel Queensland e nelle Isole Figi durante il periodo coloniale. Bislama infatti è un termine che sembra derivare dall'espressione "beach la mar", in francese "bêche de mer", in italiano "cetriolo di mare", e questo perché nelle isole dove lavoravano i nativi di Vanuatu sotto il dominio degli inglesi, essi, insieme ad altre attività, raccoglievano ed essicavano i cetrioli di mare, e quindi questa espressione fu usata per indicare la lingua mista con cui essi comunicavano tra loro e con i loro guardiani inglesi. L'inno di Vanuatu è in bislama, e tra tutti gli abitanti del paese, sono circa 6.000 quelli per cui il bislama è la loro lingua nativa. Chi fosse curioso di questa lingua di Vanuatu, su questo sito, in inglese, può trovare l'alfabeto del bislama e un esempio di traduzione dall'inglese al bislama.

lunedì 15 novembre 2010

Le 3 madrase di piazza Registan a Samarcanda

Uno dei posti più belli di Samarcanda, città leggendaria dell'Uzbekistan, è la piazza Registan, dove sorgono 3 madrase, antiche scuole islamiche, disposte su 3 dei quattro lati della piazza, ciascuna su un lato diverso. Le 3 madrase sono edifici imponenti, caratterizzati da enormi portali d'ingresso e ricoperti di maioliche e mosaici azzurri. All'interno delle madrase si aprono poi cortili, ballatoi e cellette, in un insieme architettonico allo stesso tempo imponente e armonioso. Le 3 madrase di Registan si chiamano Ulug Bek, Shir Dar e Tilla-Kari. La madrassa Ulug Bek, quella sul lato occidentale della piazza, è la più antica, e la sua costruzione fu terminata nel V secolo; questa madrasa ospita mosaici che raffigurano soprattutto temi astronomici, e in essa si possono vedere le aule dove si tenevano le lezioni, situate sotto le piccole cupole poste agli angoli della madrasa, le celle dove vivevano gli studenti, e una grande moschea, sul retro. Le madrasse Shir Dar, sul lato est della piazza, e Tilla-Kari, al centro della piazza, furono terminate più tardi, nel VII secolo, e i loro mosaici hanno temi presi dal mondo naturale e animale, come testimoniato dai leoni ruggenti raffigurati sul portale d'ingresso della madrasa Shir Dar; la madrasa Tilla-Kari ha anche la particolarità di avere dei rivestimenti d'oro e un cortile molto piacevole al suo interno. Nel medioevo la piazza Registan era il cuore commerciale della città di Samarcanda, e lo splendore delle sue madrase è stato riportato ancora di più in auge dopo il restauro iniziato alla fine del secolo scorso. Per iniziare a gustare le bellezze di piazza Registan e delle sue 3 madrase, si possono vedere alcuni di questi video.

martedì 9 novembre 2010

Il museo all'aria aperta dei murales di Rosario

Visitare un museo camminando per le vie di una città. Questo a Rosario, una città situata sulla costa orientale dell'Uruguay, si può fare. Perché a Rosario sono dipinti, su circa 60 pareti di case, negozi e edifici vari, altrettanti murales che raccontano la storia di questa città e di questa regione. I murales infatti immortalano vicende, episodi e personaggi che hanno caratterizzato la storia di questa zona del paese sudamericano; gente famosa e nota, soprattutto agli abitanti del posto, ma anche tanta gente comune, che ha segnato l'evoluzione del popolo di Rosario. Alcuni di questi murales sono cosi grandi e cosi prospettici che si consiglia di vederli da diverse angolature per apprezzarli nella loro pienezza; curioso sarebbe anche vedere il mutare delle sfumature dei colori dei murales nelle diverse ore del giorno, per ammirare il connubio e la compenetrazione del colore dell'arte con quello della natura. Tutti i murales possono essere visti raggiungendoli a piedi, date le dimensioni non esagerate della zona che li ospita; ciò richiede un po' di tempo, ma permette probabilmente di gustare meglio la visione di queste opere. Per chi volesse farsi un'idea di questo museo all'aria aperta di Rosario, su questo sito e su quest'altro, entrambi in spagnolo, se ne possono vedere alcuni in foto, e si possono acquisire informazioni utili per visitare Rosario.

lunedì 1 novembre 2010

La Funafuti Conservation Area di Tuvalu, piccolo gioiello nel Pacifico

Funafuti è una delle nove isolette che formano lo stato di Tuvalu. Lungo la costa occidentale di questo piccolo atollo del Pacifico sorge la Funafuti Conservation Area (FCA), un'area protetta di poco più di 30 km quadrati, nata per proteggere gli animali e la vegetazione del posto. In quest'area fatta prevalentemente di mare, barriere coralline e lagune, ma anche di piccoli isolotti di origine corallina e ricoperti di foreste latifoglie, v'è infatti una significativa quantità di specie di pesci, granchi, tartarughe e uccelli marini, che rischiavano di scomparire a causa dell'inquinamento e dell'attività umana di pesca e caccia. Cosi nel 1996 fu lanciato il progetto di quest'area protetta, che proibisce ogni attività di pesca e di caccia nella zona per permettere agli animali in essa presenti di riprodursi, moltiplicarsi e poi andare nelle lagune e nei tratti di mare vicini, dove la pesca e la caccia sono invece permessi. Sono bandite nell'area anche attività inquinanti, mentre è possibile nella zona camminare sui piccoli isolotti, fare picnic e nuotare nel suo fantastico mare. Intanto nell'area protetta di Funafuti vengono svolte continue attività di controllo e monitoraggio della condizione delle sue risorse naturali, in modo da garantire la continuazione delle specie animali e per decidere di volta in volta, insieme alla popolazione del posto, quali attività proibire o concedere per portare avanti, parallelamente alla protezione dell'area, anche lo sviluppo di attività eco-sostenibili per la crescita economica delle popolazioni locali. Per chi volesse conoscere più da vicino la Funafuti Conservation Area, questo è un sito dove si possono raccogliere altre informazioni, mentre qui è possibile vedere la foto di un atollo della Funafuti Conservation Area, insieme ad altre foto scattate a Funafuti.